La mostra è ospitata all’interno della suggestiva cornice di
Villa Menafoglio Litta Panza. La villa e i suoi straordinari giardini, nel 1996,
sono stati donati dal Conte Giuseppe Panza di Biumo al FAI (Fondo per l’Ambiente
Italiano) insieme ad una parte della famosa collezione di arte contemporanea
americana.
L’esposizione è stata curata con ottimo rigore scientifico da
Alberto Fiz, che si è avvalso della collaborazione del Conte Giuseppe Panza di
Biumo. Il futuristico allestimento reca la firma di Gae Aulenti.
É proprio la convinzione che la bicicletta nasconda in sé una
pluralità di complessi ed ermetici significati a spiegare le ragioni
dell’evento.
"Se la bicicletta fosse solo un mezzo di trasporto – spiega
Alberto Fiz - non si spiegherebbe per quale ragione Duchamp, nel 1913, avesse
affidato alla Ruota di bicicletta il compito di rappresentare il primo ready made.
Intorno a quella ruota, la storia dell’arte iniziò a girare in
maniera diversa promuovendo l’oggetto di serie alla dignità di un’opera d’arte."
La mostra ospita un’accurata e puntuale selezione tematica di
opere di notevole rilievo storico artistico, tra le quali spiccano: la già
citata Ruota di bicicletta di Marcel Duchamp, 1913-1964; Il ciclista
di Mario Sironi, 1916-17; la Passeggiatrice in riva al mare di Alberto
Savinio, 1947; il Pigmalione di Ettore Colla, 1952; l’Omaggio a
Scheiwiller di Fausto Melotti, 1962; la Compressione di César, 1970;
la Struttura dello specchio di Michelangelo Pistoletto, 1978-80; l’Omaggio
a ladri di biciclette di Arman, 1979; l’Incontro con Beuys di Joseph
Beuys, 1983; le Maglie e progetti per ciclismo di Mario Schifano,
1987-93; la Bicicletta ideale di Mimmo Rotella, 1991; la Bicycloid VII
di Robert Rauschenberg, 1992.
Considerato il tema della mostra, non potevano essere esclusi alcuni protagonisti del Futurismo.
Nel 1913 Umberto Boccioni realizzò il dipinto Dinamismo di un
ciclista (cm 70x95, collezione Mattioli-Milano) che rappresenta l’oggetto
nel suo divenire dinamico, "vale a dire una sintesi della trasformazione che
l’oggetto subisce nei due moti, relativo e assoluto... Questo ci suggerisce le
linee di forza che caratterizzano la potenzialità dell’oggetto e ci portano ad
una nuova unità che è l’interpretazione essenziale dell’oggetto, cioè la
percezione intuitiva della vita." (AA. VV. Capolavori della collezione
Gianni Mattioli, Electa, Milano, 1997)
Giacomo Balla è presente con due opere.
Velocità astratta+rumore (1913-14, olio su tavola, cm
54,5x76,5, collezione Guggenheim-Venezia) faceva probabilmente parte di un
trittico. L’opera è dominata dai toni del rosso e del bianco. La cornice dipinta
è la continuazione delle forme e dei colori della composizione, espediente che
consente all’artista di far dilagare la realtà del dipinto in quella dello
spettatore. L’opera è centrata sul tema dell’alterazione del paesaggio in
seguito al passaggio di un’automobile o di una bicicletta."
"Linea di velocità+forma+rumore (1915, olio su tela incollata su masonite, cm 24x33, Galleria Nazionale d’Arte Moderna-Roma) riflette l’attrazione dei futuristi per i ritmi frenetici della vita contemporanea. Balla vede nella macchina l’emblema del vortice caotico attorno a cui ruotano le attività dell’uomo. L’opera è specchio del determinarsi di una nuova sensibilità percettiva, fisica e sensoriale."
Gerardo Dottori è rappresentato da un acquarello intitolato
Ciclista del 1916 (cm 29x44, collezione privata-Milano).
Inebriato dalla velocità, un ciclista solitario e
spericolato percorre in volata la campagna. Il paesaggio, alberi, colline,
cielo, strada si fondono fino a fare tutt’uno col corpo del ciclista e la sua
bicicletta."
Chiude la parentesi futurista dell’esposizione una tela di
Fortunato Depero, Chirottero metropolitano o Ciclista attraverso la
città (1945, olio su tavola, cm 108,5x73, Museo d’Arte Moderna e
Contemporanea di Trento e Rovereto-Trento).
L’opera recupera un tema iconografico caro all’artista,
sviluppato soprattutto negli anni Venti in lavori come Solido in
velocità=Motociclista, del 1923, e Ciclista moltiplicato, del
1924. L’aria si scuote, vibra e si spezza mentre la macchina procede
tagliente e felice, afferma Depero. Il suo ciclista, nuovo animale
metropolitano (l’artista lo paragona a un pipistrello), sfreccia veloce
attraverso la città a bordo di un bolide che assomiglia più a una macchina da
guerra che a una bicicletta."
Tutte le schede critiche sopracitate sono tratte dal catalogo
della mostra curato da Alberto Fiz ed edito da De Agostini Rizzoli arte &
cultura (pagg. 105 con numerose illustazioni a colori, L. 55.000).
Il catalogo comprende un saggio di Alberto Fiz dal titolo Sul sellino dell’arte e una sua intervista a Giuseppe Panza di Biumo,
un testo di Emilio Tadini Disegnando sulla strada vuota ed uno di
Arturo Schwarz La qualità trascendentale dell’oggetto. Segue il catalogo
delle opere in mostra con schede critiche. Chiudono il testo le biografie degli
artisti e alcuni brani letterari tratti dal volume Scrittori della Bicicletta,
Vallecchi Editore, Firenze, 1985.
Cesare Biasini Selvaggi
Info Mostra
L'arte della bicicletta
Villa Manafoglio Litta Panza
Varese - Biumo Superiore
Tel./Fax 0332239669
Catalogo edito da De Agostini Rizzoli, Arte & Cultura