CONTINUITA'
Arte in Toscana 1990-2000 e
collezionismo del contemporaneo in Toscana
Centro per l'Arte Contemporanea
Luigi Pecci, Prato
24 Febbraio - 10 Giugno 2002
“Continuità Arte in Toscana
1945-2000”, ripercorre cronologicamente l’arte del secondo ’900 in Toscana,
attraverso le opere più importanti e significative.
Arte in Toscana 1945-1967, esposta
nella rinascimentale cornice di Palazzo Strozzi a Firenze e in corso fino al 5
maggio, è stata affidata alla cura di Alberto Boatto. La mostra, d’impostazione
storica, si configura come una successione di momenti salienti della ricerca dei
maggiori artisti attivi nel periodo compreso fra la liberazione del 1945 e
l’alluvione del novembre 1966.
«Chi aveva le prime radici nel
particolare futurismo toscano, segnato dalla lezione cubista e da un’innata
tensione verso la sintesi plastica, “rivisita” le semplificazioni
antinaturalistiche di quell’alta sintassi.
Ardengo Soffici riprende a
impiegare le “mascherine”, sagome di oggetti ritagliati in zinco, da decenni
dimenticate in un angolo dello studio. Col loro aiuto “tecnico” compone dei
nitidi ed equilibrati “trofeini” di bottiglie, di brocche e di frutta, dove
torna a risplendere l’intelligenza ordinatrice del suo spirito toscano.
Primo Conti, con assai più lieve
peso di anni, si sta avviando verso un completo rinnovamento, che finirà con
saldare la sua vecchiaia prodigiosa al prodigio della sua adolescenza. Stacca
dapprima gli orli fondi neri che arginavano, come solchi o gronde, i personaggi
del suo giovanile futurismo. Li rende autonomi dai piani colorati e li riversa
sulla tela con una libertà e una veemenza che si avvicina alla “pittura di
gesto” dei grandi americani.
Gino Severini a Roma, in uno studio
messogli a disposizione da alcuni amici, con in testa il berretto di fogli di
giornale dei muratori, sale e scende i gradini della scala di legno. Sta
rifacendo uno dei suoi più celebri quadri futuristi, datato 1911, La dans du Pan
Pan au Monico, che i nazisti avevano distrutto negli anni Trenta in Germania,
come esemplare di “entartete Kunst” (arte degenerata). (
) Riprende, appiattita
in superficie, l’eterna pantomima fra Colombina e Pulcinella, arabescata di
fregi decorativi. Medita sulla bellezza avvolgente della curva. Restituisce,
nella scacchiera del mosaico, la luce “del mare congiunto al sole”.
Alberto Magnelli ha trascorso la
lunga notte europea nel Sud della Francia. Ma il suo concretismo, di solida
sostanza plastica e cromatica, nel rapporto che lega il fondo di colore unitario
a una forma geometrica articolata per incastri di rette e curve, mantiene saldi
legami con la tradizione del Rinascimento toscano. Specialmente le facciate di
quei limpidi edifici trovano un’eco intensa in queste composizioni monumentali,
delimitate per lo più da larghe cornici architettoniche». (A. Boatto, dal
catalogo della mostra, 2002)
Dai cosiddetti “maestri” (sono
compresi, oltre a quelli già ricordati, Marino Marini e Ottone Rosai) si passa
alle reazioni delle generazioni successive, all’astrattismo classico, all’opera
di Mario Nigro, alla nuova figurazione di Antonio Bueno, fino all’esperienza
della poesia visiva.
Arte in Toscana 1968-1989 (24
febbraio-9 giugno 2002), esposta a Palazzo Fabroni di Pistoia, prende, invece,
in considerazione un arco cronologico aperto con il ’68 e concluso con la caduta
del muro di Berlino: è la fine di un certo modo di pensare la storia e, sul
piano artistico, la fine dell’arte moderna. Il curatore Daniel Soutif ha
articolato la mostra tra il giardino, il loggiato, il primo e secondo piano di
Palazzo Fabroni. Il percorso riflette gli anni del “postmoderno” e dedica spazio
ad artisti come Fernando Melani, Ketty La Rocca, Marco Bagnoli, Remo Salvadori,
Maurizio Nannucci, fino alle opere sonore e visive dei musicisti Sylvano
Bussotti, Giuseppe Chiari, Pietro Grossi.
Arte in Toscana 1990-2000 e
Collezionismo del Contemporaneo in Toscana (24 febbraio-9 giugno 2002) è
ospitata dal Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci e curata da
Jean-Christophe Ammann.
La mostra presenta dipinti,
fotografie, sculture e installazioni di 10 giovani artisti che documentano
l’attualità della produzione artistica in Toscana.
La parte dedicata al Collezionismo
del Contemporaneo in Toscana espone 120 opere tra le più significative,
provenienti da 35 collezioni pubbliche e private toscane, capolavori creati da
70 fra i maggiori artisti del XX secolo (Klimt, Chagall, Balla, De Chirico,
Savinio, Magritte, Klee, Morandi, Dubuffet, Magnelli, Burri, Fontana, Rotella,
Warhol, Schifano e molti altri.
Cesare Biasini Selvaggi
Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci
Prato
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