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Esposizioni
IERI
Avvenimenti nazionali ed internazionali sul Futurismo e su altri temi correlati ampiamente documentati da comunicati stampa, testi critici ed immagini fotografiche.


 

ARDENGO SOFFICI
Trofeino (1960)















PRIMO CONTI
Bottega di paese (1956)















ALBERTO MAGNELLI
Masse pesanti (1958)















ALBERTO MAGNELLI
Esplosione lirica (1918)

 

 

CONTINUITA'

Arte in Toscana 1990-2000 e collezionismo del contemporaneo in Toscana

 

 

Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato
24 Febbraio - 10 Giugno 2002









Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci









 

“Continuità Arte in Toscana 1945-2000”, ripercorre cronologicamente l’arte del secondo ’900 in Toscana, attraverso le opere più importanti e significative.

Arte in Toscana 1945-1967, esposta nella rinascimentale cornice di Palazzo Strozzi a Firenze e in corso fino al 5 maggio, è stata affidata alla cura di Alberto Boatto. La mostra, d’impostazione storica, si configura come una successione di momenti salienti della ricerca dei maggiori artisti attivi nel periodo compreso fra la liberazione del 1945 e l’alluvione del novembre 1966.

«Chi aveva le prime radici nel particolare futurismo toscano, segnato dalla lezione cubista e da un’innata tensione verso la sintesi plastica, “rivisita” le semplificazioni antinaturalistiche di quell’alta sintassi.

Ardengo Soffici riprende a impiegare le “mascherine”, sagome di oggetti ritagliati in zinco, da decenni dimenticate in un angolo dello studio. Col loro aiuto “tecnico” compone dei nitidi ed equilibrati “trofeini” di bottiglie, di brocche e di frutta, dove torna a risplendere l’intelligenza ordinatrice del suo spirito toscano.

Primo Conti, con assai più lieve peso di anni, si sta avviando verso un completo rinnovamento, che finirà con saldare la sua vecchiaia prodigiosa al prodigio della sua adolescenza. Stacca dapprima gli orli fondi neri che arginavano, come solchi o gronde, i personaggi del suo giovanile futurismo. Li rende autonomi dai piani colorati e li riversa sulla tela con una libertà e una veemenza che si avvicina alla “pittura di gesto” dei grandi americani.

Gino Severini a Roma, in uno studio messogli a disposizione da alcuni amici, con in testa il berretto di fogli di giornale dei muratori, sale e scende i gradini della scala di legno. Sta rifacendo uno dei suoi più celebri quadri futuristi, datato 1911, La dans du Pan Pan au Monico, che i nazisti avevano distrutto negli anni Trenta in Germania, come esemplare di “entartete Kunst” (arte degenerata). ( ) Riprende, appiattita in superficie, l’eterna pantomima fra Colombina e Pulcinella, arabescata di fregi decorativi. Medita sulla bellezza avvolgente della curva. Restituisce, nella scacchiera del mosaico, la luce “del mare congiunto al sole”.

Alberto Magnelli ha trascorso la lunga notte europea nel Sud della Francia. Ma il suo concretismo, di solida sostanza plastica e cromatica, nel rapporto che lega il fondo di colore unitario a una forma geometrica articolata per incastri di rette e curve, mantiene saldi legami con la tradizione del Rinascimento toscano. Specialmente le facciate di quei limpidi edifici trovano un’eco intensa in queste composizioni monumentali, delimitate per lo più da larghe cornici architettoniche». (A. Boatto, dal catalogo della mostra, 2002)

Dai cosiddetti “maestri” (sono compresi, oltre a quelli già ricordati, Marino Marini e Ottone Rosai) si passa alle reazioni delle generazioni successive, all’astrattismo classico, all’opera di Mario Nigro, alla nuova figurazione di Antonio Bueno, fino all’esperienza della poesia visiva.

Arte in Toscana 1968-1989 (24 febbraio-9 giugno 2002), esposta a Palazzo Fabroni di Pistoia, prende, invece, in considerazione un arco cronologico aperto con il ’68 e concluso con la caduta del muro di Berlino: è la fine di un certo modo di pensare la storia e, sul piano artistico, la fine dell’arte moderna. Il curatore Daniel Soutif ha articolato la mostra tra il giardino, il loggiato, il primo e secondo piano di Palazzo Fabroni. Il percorso riflette gli anni del “postmoderno” e dedica spazio ad artisti come Fernando Melani, Ketty La Rocca, Marco Bagnoli, Remo Salvadori, Maurizio Nannucci, fino alle opere sonore e visive dei musicisti Sylvano Bussotti, Giuseppe Chiari, Pietro Grossi.

Arte in Toscana 1990-2000 e Collezionismo del Contemporaneo in Toscana (24 febbraio-9 giugno 2002) è ospitata dal Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci e curata da Jean-Christophe Ammann.

La mostra presenta dipinti, fotografie, sculture e installazioni di 10 giovani artisti che documentano l’attualità della produzione artistica in Toscana.

La parte dedicata al Collezionismo del Contemporaneo in Toscana espone 120 opere tra le più significative, provenienti da 35 collezioni pubbliche e private toscane, capolavori creati da 70 fra i maggiori artisti del XX secolo (Klimt, Chagall, Balla, De Chirico, Savinio, Magritte, Klee, Morandi, Dubuffet, Magnelli, Burri, Fontana, Rotella, Warhol, Schifano e molti altri.


Cesare Biasini Selvaggi      





 

Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci
Prato
Tel.: 0574531828/5317
Fax: 0574531900
web site: www.comune.prato.it/pecci

Ufficio stampa:
Davis & Franceschini
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Catalogo edito da Casa Editrice Artout M&M

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