GINNA FUTURISTA

Armonie e disarmonie degli stati d'animo

Museo Boncompagni Ludovisi, Roma

12 marzo - 10 maggio 2009

a cura di Micol Forti, Lucia Collarile, Mariastella Margozzi








 Il vento, 1913
 Il vento, 1913








    «Rompere il velo che divide la materia dallo spirito»: così, per usare le sue stesse parole si può sintetizzare la poetica di Ginna (al secolo Arnaldo Ginanni Corradini), tutta la carica di utopia e di ansia sperimentale che ha reso la sua opera più ricca di progetti e idee che di realizzazioni 'finite' o comunque sopravissute; un limite, questo, che riguarda la dimensione quantitativa della sua produzione ma non certo l'importanza precorritrice della sua figura.

    All'esordio, non ancora ventenne con un'opera dall'aspetto e dal titolo provocatorio come Nevrastenia del 1908 segue il primo testo di poetica, Arte dell'avvenire, pubblicato nel 1910 insieme con il fratello Bruno (in arte Corra), nel quale si propugna un'arte estesa a tutti gli aspetti della creazione estetica e non più basata sulla riproduzione della natura ma sui meccanismi psichici.

   In questa prospettiva avviene il contatto con il futurismo che si configura come un'adesione critica, e a un certo punto scismatica (la rivista «L'Italia futurista» viene pubblicata da lui e da Corra in dichiarata contrapposizione con «Lacerba»), perché la prospettiva di Ginna è trasversale, capace di captare i germi innovativi presenti nel simbolismo, come accadde alla maggior parte degli artisti davvero d'avanguardia, e anche di anticipare certi aspetti del surrealismo.

   Uno degli aspetti più rilevanti è l'orientamento precoce verso l'astrazione, che Ginna rivendica fin dal giovanile Nevrastenia, ed è presente nei primi film prodotti fra l'estate del 1911 e l'inizio del 1912, perduti ma ricostruibili attraverso la descrizione di Corra.

   Inoltre, come sottolinea Mariastella Margozzi nel saggio pubblicato in questo catalogo, all'Esposizione libera futurista internazionale che si tenne nel 1914 a Roma da Sprovieri, fu lo stesso gallerista a anteporre Ginna a Kandinskij quale pioniere dell'astrattismo, anche se si trattava di due approdi molto diversi rispetto alla matrice spiritualista che accomunava i due artisti.

    Il nome di Ginna è destinato a ricorrere in molte delle iniziative in programma quest'anno per le celebrazioni del centenario del Manifesto del futurismo.

   Questa mostra, organizzata su impulso dei Musei Vaticani, con il personale impegno del direttore Antonio Paolucci che qui ringrazio, e ospitata dal Museo Boncompagni Ludovisi, diretto da Mariastella Margozzi, che è anche una delle curatrici insieme con Micol Forti e Lucia Collarile, è però la sola presentazione monografica, e cerca di fornire un quadro più ampio, anche cronologicamente, della sua arte e del suo pensiero, per permettere al pubblico di apprezzare la singolarità di questo artista che si autodefiniva 'veggente'.


Maria Vittoria Marini Clarelli
Soprintendente alla Galleria nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea

 

 Finestra aperta e volo di rondini, 1918-1920 
Finestra aperta e volo di rondini, 1918-1920











    Chi era Arnaldo Ginna? All'anagrafe era il conte Arnaldo Ginanni Corradini nato a Ravenna nel 1890. Se i repertori del futurismo lo conoscono come Ginna è perché cosi lo battezzò Giacomo Balla in assonanza con la parola 'ginnastica'. Allo stesso modo il fratello Bruno ebbe in Corra ('correre') il suo nome di battaglia. Il secolo appena nato voleva performance muscolari, corse fulminee dentro il futuro, anticipazioni, premonizioni, disarticolazioni e ibridazioni dei codici linguistici ed espressivi. Il conte Ginanni Corradini, ormai diventato Ginna, rappresentò tutto questo e fu tutto questo. Lo fu precocemente, già negli anni che immediatamente seguono il Manifesto di Marinetti, dentro il circolo milanese di Boccioni, Carrà e Russolo e poi nella Firenze del '12 al tempo della Esposizione di Pittura e Scultura presso la Società di Belle Arti.

    Fu il suo un Futurismo borderline, trasgressivo ed eccentrico dentro l'eccentri¬cità e la trasgressione. Interessato allo spiritualismo, all'occultismo, alla teosofia, lo affascinava la pittura non figurativa capace di tradurre in puro colore musica, sensazioni, stati d'animo. Fu surrealista avanti lettera in Le locomotive con le calze, pubblicato nel 1919, e teorico del cinema nel Manifesto della cinematografia futurista firmato nel '16 insieme a Marinetti, al fratello Corra, a Settimelli, Balla e Chiti.

   Il suo film Vita futurista (1916) purtroppo sopravvive solo in pochi fotogrammi e i suoi cortometraggi astratti che utilizzavano direttamente il colore sulla pellicola non trattata (1910-12) andarono distrutti nei bombardamenti di Milano dell'ultima guerra. Ciò nonostante il ruolo di Ginna nella storia del cinema italiano all'inizio del Novecento è stato sicuramente importante. Ce lo fa capire Mario Verdone nel saggio pubblicato nel catalogo che le mie righe introducono.

   In quest'anno che vede moltiplicarsi in Italia e all'estero le celebrazioni per il centenario del Manifesto di Marinetti, Arnaldo Ginna, futurista obliquo, ha la sua mostra monografica al Museo Boncompagni Ludovisi. Era ora che gli studiosi del Novecento si occupassero di questa complessa sfaccettata intrigante personalità di artista poliedrico, di tecnico sperimentale, di teorico squisitamente anomalo. Da più parti se ne avvertiva la necessità. Perché l'operazione arrivasse al risultato, era necessario accedere al ricco materiale collezionistico archivistico e documentario custodito dagli eredi, catalogare e selezionare, ricostruire il profilo biografico, le occasioni e gli incontri dentro il magma tumultuoso del secolo futurista.

    A ricomporre la lacuna ci ha pensato l'iniziativa congiunta promossa dai Musei Vaticani possessori, nella sezione di Arte moderna di Micol Forti, di alcune opere fondamentali di Ginna (fra le altre Nevrastenia del 1908) e dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna diretta dalla mia collega e amica Vittoria Marini Clarelli. A lei e alle curatrici della mostra Micol Forti, Lucia Collarile, Mariastella Margozzi va la mia viva gratitudine.


Antonio Paolucci
Direttore dei Musei Vaticani


Accordo cromatico, 1909
Accordo cromatico, 1909








Info Mostra
GINNA FUTURISTA Armonie e disarmonie degli stati d'animo


Museo Boncompagni Ludovisi
per le Arti decorative, il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX
Roma Data della mostra
12 marzo - 10 maggio 2009


Catalogo GANGEMI EDITORE spa, Roma