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Avvenimenti nazionali ed internazionali sul Futurismo e su altri temi correlati ampiamente documentati da comunicati stampa, testi critici ed immagini fotografiche.
 
 

 

L'arte della Bicicletta
Da Duchamp a Rauschenberg

 

Villa Menafoglio Litta Panza
Varese - Biumo Superiore

12 maggio - 16 settembre 2001









Villa Menafoglio Litta Panza







La mostra è ospitata all’interno della suggestiva cornice di Villa Menafoglio Litta Panza. La villa e i suoi straordinari giardini, nel 1996, sono stati donati dal Conte Giuseppe Panza di Biumo al FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) insieme ad una parte della famosa collezione di arte contemporanea americana.

L’esposizione è stata curata con ottimo rigore scientifico da Alberto Fiz, che si è avvalso della collaborazione del Conte Giuseppe Panza di Biumo. Il futuristico allestimento reca la firma di Gae Aulenti.

É proprio la convinzione che la bicicletta nasconda in sé una pluralità di complessi ed ermetici significati a spiegare le ragioni dell’evento.

"Se la bicicletta fosse solo un mezzo di trasporto – spiega Alberto Fiz - non si spiegherebbe per quale ragione Duchamp, nel 1913, avesse affidato alla Ruota di bicicletta il compito di rappresentare il primo ready made. Intorno a quella ruota, la storia dell’arte iniziò a girare in maniera diversa promuovendo l’oggetto di serie alla dignità di un’opera d’arte."

La mostra ospita un’accurata e puntuale selezione tematica di opere di notevole rilievo storico artistico, tra le quali spiccano: la già citata Ruota di bicicletta di Marcel Duchamp, 1913-1964; Il ciclista di Mario Sironi, 1916-17; la Passeggiatrice in riva al mare di Alberto Savinio, 1947; il Pigmalione di Ettore Colla, 1952; l’Omaggio a Scheiwiller di Fausto Melotti, 1962; la Compressione di César, 1970; la Struttura dello specchio di Michelangelo Pistoletto, 1978-80; l’Omaggio a ladri di biciclette di Arman, 1979; l’Incontro con Beuys di Joseph Beuys, 1983; le Maglie e progetti per ciclismo di Mario Schifano, 1987-93; la Bicicletta ideale di Mimmo Rotella, 1991; la Bicycloid VII di Robert Rauschenberg, 1992.

Considerato il tema della mostra, non potevano essere esclusi alcuni protagonisti del Futurismo.

Nel 1913 Umberto Boccioni realizzò il dipinto Dinamismo di un ciclista (cm 70x95, collezione Mattioli-Milano) che rappresenta l’oggetto nel suo divenire dinamico, "vale a dire una sintesi della trasformazione che l’oggetto subisce nei due moti, relativo e assoluto... Questo ci suggerisce le linee di forza che caratterizzano la potenzialità dell’oggetto e ci portano ad una nuova unità che è l’interpretazione essenziale dell’oggetto, cioè la percezione intuitiva della vita." (AA. VV. Capolavori della collezione Gianni Mattioli, Electa, Milano, 1997)

Giacomo Balla è presente con due opere.

"Velocità astratta+rumore (1913-14, olio su tavola, cm 54,5x76,5, collezione Guggenheim-Venezia) faceva probabilmente parte di un trittico. L’opera è dominata dai toni del rosso e del bianco. La cornice dipinta è la continuazione delle forme e dei colori della composizione, espediente che consente all’artista di far dilagare la realtà del dipinto in quella dello spettatore. L’opera è centrata sul tema dell’alterazione del paesaggio in seguito al passaggio di un’automobile o di una bicicletta."

"Linea di velocità+forma+rumore (1915, olio su tela incollata su masonite, cm 24x33, Galleria Nazionale d’Arte Moderna-Roma) riflette l’attrazione dei futuristi per i ritmi frenetici della vita contemporanea. Balla vede nella macchina l’emblema del vortice caotico attorno a cui ruotano le attività dell’uomo. L’opera è specchio del determinarsi di una nuova sensibilità percettiva, fisica e sensoriale."



 


Gerardo Dottori è rappresentato da un acquarello intitolato Ciclista del 1916 (cm 29x44, collezione privata-Milano).

"Inebriato dalla velocità, un ciclista solitario e spericolato percorre in volata la campagna. Il paesaggio, alberi, colline, cielo, strada si fondono fino a fare tutt’uno col corpo del ciclista e la sua bicicletta."

Chiude la parentesi futurista dell’esposizione una tela di Fortunato Depero, Chirottero metropolitano o Ciclista attraverso la città (1945, olio su tavola, cm 108,5x73, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto-Trento).

"L’opera recupera un tema iconografico caro all’artista, sviluppato soprattutto negli anni Venti in lavori come Solido in velocità=Motociclista, del 1923, e Ciclista moltiplicato, del 1924. L’aria si scuote, vibra e si spezza mentre la macchina procede tagliente e felice, afferma Depero. Il suo ciclista, nuovo animale metropolitano (l’artista lo paragona a un pipistrello), sfreccia veloce attraverso la città a bordo di un bolide che assomiglia più a una macchina da guerra che a una bicicletta."

Tutte le schede critiche sopracitate sono tratte dal catalogo della mostra curato da Alberto Fiz ed edito da De Agostini Rizzoli arte & cultura (pagg. 105 con numerose illustazioni a colori, L. 55.000).

Il catalogo comprende un saggio di Alberto Fiz dal titolo Sul sellino dell’arte e una sua intervista a Giuseppe Panza di Biumo, un testo di Emilio Tadini Disegnando sulla strada vuota ed uno di Arturo Schwarz La qualità trascendentale dell’oggetto. Segue il catalogo delle opere in mostra con schede critiche. Chiudono il testo le biografie degli artisti e alcuni brani letterari tratti dal volume Scrittori della Bicicletta, Vallecchi Editore, Firenze, 1985.

 

Cesare Biasini Selvaggi

 







 

Villa Manafoglio Litta Panza
Varese - Biumo Superiore
Tel./Fax 0332239669




 

Catalogo edito da De Agostini Rizzoli, Arte & Cultura

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