Ritratto di un'idea
Arte e Architettura nel
Fascismo
Palazzo Valentini - Piccole Terme Traianee, Roma
11 Maggio - 21 Luglio 2002
La mostra, a cura di Rossana
Bossaglia, comprende l’esposizione di duecentocinquanta fra dipinti, progetti,
gigantografie, volumi e riviste d’epoca, fotografie che illustrano il periodo
storico che va dal 1922 al 1942.
L’obiettivo della mostra è quello
di documentare la produzione artistica ed il dibattito architettonico nel
periodo fascista, esaminando le opere pubbliche o comunque concepite per
esprimere concetti e sentimenti vicini all’ideologia di regime. Dagli anni
Trenta il Fascismo, ormai consolidato, codifica un proprio stile volto a
promuovere le politiche avviate nelle campagne (battaglia del grano, agro
romano) e nei centri urbani (nuove stazioni, uffici postali, palazzi di
giustizia, Case del Fascio).
Sono esposte decine di fotografie e
di progetti che documentano la compresenza nelle maggiori città delle
architetture solenni di Piacentini e di quelle razionaliste di Terragni e
Michelucci. E ancora: edifici progettati per Littoria e Sabaudia, prime città di
fondazione, piani regolatori di Carbonia, Gimma e Harar, banco di prova per gli
architetti razionalisti, chiamati a realizzare in Italia e nelle colonie piccoli
centri a misura d’uomo, efficienti e razionali.
Nella mostra figurano, poi, i
bozzetti di Sironi per la grande vetrata del Palazzo delle Corporazioni e per
gli affreschi dell’Aula Magna dell’Università di Roma, gli studi preparatori di
Cambellotti per le decorazioni del Palazzo del Governo di Littoria, le ideazioni
di Severini per i mosaici al Foro Italico, i cartoni di Funi per gli affreschi
nella chiesa di San Francesco a Tripoli e i lavori di Depero per le decorazioni
all’Eur.
L’esposizione comprende anche opere
di esponenti dell’Avanguardia futurista (Prampolini, Balla, Depero, Andreoni, Di
Bosso, Thayaht, Peschi). “D’altra parte l’avanguardia italiana, cioè il
Futurismo, aveva largamente sostenuto il Regime fin dagli esordi, e diviso le
sue ideologie; negli anni Trenta lo avrebbe affiancato con particolare
pertinenza attraverso la formula dell’aeropittura; ma il Regime avrebbe sempre
continuato a guardare al Futurismo con qualche titubanza, giacché quella
spericolatezza contrastava il suo principio di dare di sé un’immagine chiara e
rassicurante.” (Rossana Bossaglia, 2002, contributo dal catalogo della mostra)
Enrico Prampolini è presente in
mostra con il Bozzetto del soffitto per il salone della Casa del Fascio di
Parigi (1929). “Nel 1925 Enrico Prampolini si stabilì a Parigi e vi rimase
per più di dodici anni. Nel 1929 in una serie di sale annesse all’istituzione
italiana della Dante Alighieri, pomposamente ribattezzata Casa del Fascio, si
tenne un’importante mostra dedicata all’artista, la prima di una serie di
esposizioni bisettimanali con opere di autori italiani. In quell’occasione,
probabilmente su invito di Marinetti, Prampolini realizzò gratuitamente la
decorazione degli ambienti. Per dipingere la grande tela destinata al soffitto
della sala per le riunioni, di una superficie di quaranta metri quadrati (otto
metri per cinque), l’artista affittò un capannone a St. Ouen.”
Tra le opere futuriste presentate,
troneggia la titanica tempera (cm 230x160) di Giacomo Balla dal titolo Balbo
e i trasvolatori italiani (1931). “Quando Balbo, ministro dell’Aeronautica
fra il 1926 e il 1933, fece erigere il grande edificio di via Petroniano optò
per delle vedute di città in stile cinquecentesco e non pensò di chiamare la
giovane schiera di aeropittori attivi in quegli anni, sebbene Gerardo Dottori
avesse da poco affrescato l’aeroporo di Ostia offrendo un esempio delle
possibilità espressive offerte dal nuovo linguaggio pittorico. In occasione
della prima mostra romana di aeropittura che si tenne a Roma nel 1931 Giacomo
Balla espose Balbo e i trasvolatori italiani. Il quadro, incentrato sui colori
della bandiera italiana, doveva celebrare l’impresa del ministro che aveva da
poco sorvolato l’Atlantico a bordo di un S 55. Undici aerei che disegnano una U
rovesciata sono posti su uno sfondo di fasci littori. Forme geometriche
multicolori evocano la scia disegnata dagli apparecchi in volo.”
L’esposizione comprende anche opere
di Campigli, Carrà, Martini, Messina, Rosai, Soffici, Wildt.
È presente, infine, una ricca
rassegna di manifesti concepiti dai maggiori cartellonisti dell’epoca: Dudovich,
Codognato, Sepo, Boccasile, Mondani.
Cesare Biasini Selvaggi
Palazzo Valentini
Via IV Novembre, 119a
Roma
Orario: dal martedì alla domenica -
dalle ore 10,00 alle ore 19,00
Ingresso: € 6,00 - ridotto € 4,50
Informazioni:
Segreteria: Tel.:0667662368
Biglietteria: Tel.:0667662475
Fax:0667662333
web site: www.ritrattodiunidea.it
e-mail: serviziomostre@provincia.roma.it
Ufficio stampa:
Tel. 051250885
Catalogo edito da Editoriale Giorgio
Mondadori, Milano € 30,00
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