La mostra, curata da Claudia
Collina, Elisabetta Farioli, Claudio Poppi, è articolata in sezioni tematiche
che consentono di individuare i temi fondamentali che caratterizzano la
simbologia della bandiera dal momento della sua proclamazione a vessillo della
Repubblica Cispadana, nel 1797, dell’Italia unita nel 1870, fino alla sua
codifica istituzionale nel 1947: le cinque sezioni indagano La storia tra
stabilità e rivoluzione, Il volto dell’Italia, L’allegoria della patria, La
costruzione pedagogica della nazione e L’immagine forte nella nazione.
La sezione dedicata alla Immagine forte della nazione ha per protagonisti artisti del primo e
secondo futurismo (Giacomo Balla, Fortunato Depero, Mino Delle Site, Giulio
D’Anna, Ivanohe Gambini, Osvaldo Peruzzi, Renato Di Bosso, Pippo Rizzo), i più
attivi nell’esaltazione dei colori della patria e dell’immagine della bandiera
che diventa spesso protagonista di ardite figurazioni cariche di entusiasmo
vitalistico e di esaltazione patriottica.
I futuristi rifiutano una statica
rappresentazione della bandiera in nome di una appropriazione e modificazione
del simbolo nazionale che alluda al sostanziale dinamismo (anche emotivo) nel
quale la bandiera nazionale è costantemente coinvolta. Dall’enfatizzazione
euforica dell’impiego del tricolore quale orgogliosa dichiarazione di identità
nazionale si corre, poi, all’esaltazione rievocativa della bandiera ricordandone
la “proclamazione e trionfo”, come nella grande opera destinata al corpo
principale dell’edificio viaggiatori della stazione ferroviaria di Reggio
Emilia, di cui è esposto il bozzetto di Fortunato Depero. Giacomo Balla è
ricorso al tricolore per qualificare cromaticamente e finalizzare
intenzionalmente forme dinamiche evocanti, per analogia, l’energia espressa da
manifestazioni patriottiche mirate a sollecitare l’intervento italiano nella
prima guerra mondiale (nella seconda metà del 1914 e nella prima del ’15); tanto
che il tricolore risulta protagonista dei diversi dipinti che costituiscono il
ciclo Dimostrazioni interventiste, dove i tre colori nazionali rilevano
le grandi e sintetiche forme dinamiche allusive alla folla tumultuante, e che
presuppongono considerazioni di tipo sociale oltre che pittorico. Come si può
constatare, da parte dei futuristi italiani il tricolore è oggetto di molteplici
attenzioni ed appropriazioni: lo si riconosce come vessillo di identità
nazionale, ce se ne appropria immaginativamente per connotarne cromaticamente
fantasiosi impianti di forme dinamiche, lo si riadatta all’economia
dell’emotività fideistica rivoluzionaria futurista, che valorizza il rosso quale
colore simbolo di un’avvenire affermativo e conflittuale, a scapito del bianco e
verde.
a cura di Cesare Biasini
Info Mostra
Bandiera Dipinta
Sale Esposizioni Chiostri di San Domenico
Reggio Emilia
Orari
dal lunedì al venerdì ore 9-13 / 15-19
sabato, domenica e festivi 10-19
Biglietti
intero € 5,00; ridotto € 3,0; scuole € 2,00.
Ufficio stampa
Patrizia Paterlini, Tel. 0522456532 E-mail:
patrizia.paterlini@municipio.re.it
Davide Angotti, Tel. 02433403, E-mail:
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Catalogo pubblicato per i tipi di
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(Milano), Tel. 0261836337, www.silvanaeditoriale.it, € 36.00.