La mostra sul Futurismo promossa dalla Città di Alessandria in collaborazione con il Palazzo del Monferrato, rappresenta - attraverso l'ideazione di SR Contemporary e la curatela di Sabrina Raffaghello e Roberto Borghi - un omaggio al movimento artistico, o meglio culturale, ancora in piena fase di celebrazione dei cento anni di vita e insieme rafforza la convinzione di promozione territoriale, localizzandosi in tre poli alessandrini differenti, ognuno di particolare prestigio. Non solo un museo simbolo quale il Museo del Cappello e la sede espositiva tanto affermata del Palazzo del Monferrato, ma anche la Banca d'Italia: un dialogo di contenuti e contenitori, concepito per illustrare e approfondire ambiti eterogenei e allo stesso modo complementari dell'avanguardia letteraria ed artistica italiana che, a partire dal 20 febbario 1909, scosse il mondo.
Ecco perché la mostra si spiega e si compie in più sezioni che intendono focalizzare l'attenzione sull'immensa produzione futurista: grafica, libraria, pittorica e plastica, fotografica, architettonica, di costume. Inoltre, altrettanto interessanti, le tematiche dedicate al rapporto del Futurismo con il mondo femminile e il protagonismo piemontese del movimento, soprattutto negli anni Venti e Trenta (quest'ultima già presa in considerazione, relativamente alle arti visive, nella mostra firmata dal Palazzo del Monferrato “’900. Cento anni di creatività in Piemonte”).
Già in sede di conferenza stampa, era stata sottolineata, rispetto a questa mostra, la centralità dei cosiddetti manifesti futuristi, come unicum di contenuto e forma, a cui veniva affidato alle parole e all'immagine, il messaggio carico di intenzioni rivoluzionarie e dinamiche, il proposito esaltante e forte che mosse tanti artisti e letterati. L'importanza della parola, custode di una poetica, è ribadita anche dalla conferenza spettacolo di Philippe Daverio, in collaborazione con Cristophe Daverio e Anna Rosa Faina Gavazzi, con cui apre la mostra.