Centro Fiera del Garda

ALI D’ITALIA

Eroi dell’aria e Aeropittura Futurista


MONTICHIARI, mostra collaterale della Rassegna Antiquaria di Montichiari, presso Centro Fiera del Garda a Montichiari

dal 25 novembre al 3 dicembre 2023

a cura di Umberto Brusasca







La mostra (che si ricollega all’anniversario della fondazione dell’Aeronautica Militare Italiana, avvenuta nel 1923, ed il cui centenario cade quest’anno) ha come tema la rivoluzione delle "prospettive pittoriche" teorizzata nel manifesto dell'Aeropittura Futurista, firmato nel 1929 dai principali esponenti dell'avanguardia italiana di quegli anni.
In breve, le variabili di "velocità" e "tempo" si andavano ad affiancare a quella già nota di "spazio" nella raffigurazione del paesaggio, non più "visto e dipinto" dal pittore in modo "statico" ma piuttosto in modo "dinamico", come fotogrammi scattati in successione durante una virata aerea.

«Le prospettive mutevoli del volo costituiscono una realtà assolutamente nuova e che nulla ha di comune con la realtà tradizionalmente costituita dalle prospettive terrestri. Gli elementi di questa nuova realtà non hanno nessun punto fermo e sono costruiti dalla stessa mobilità perenne. L'aeroplano, che plana, si tuffa, s'impenna ecc., crea un ideale osservatorio ipersensibile appeso dovunque nell'infinito, dinamizzato inoltre dalla coscienza stessa del moto che muta il valore e il ritmo dei minuti e dei secondi di visione-sensazione. Il tempo e lo spazio vengono polverizzati dalla fulminea constatazione che la terra corre velocissima sotto l'aeroplano immobile. Con qualsiasi traiettoria, metodo o condizione di volo, i frammenti panoramici sono ognuno la continuazione dell'altro, legati tutti da un misterioso e fatale bisogno di sovrapporre le loro forme e i loro colori, pur conservando fra loro una perfetta armonia». (dal Manifesto dell’Aeropittura Futurista)

Durante la Prima Guerra l’Italia aveva intuito genialmente le potenzialità dell’aeroplano, sviluppandone tecnologia e cultura. Durante il conflitto, il numero di aerei prodotti in Italia aveva addirittura superato quelli di Stati Uniti, Russia ed Impero AustroUngarico messi insieme. Erano nati i primi miti popolari ed i primi eroi dell’aria: basti pensare al Barone Rosso, ma anche a Francesco Baracca e infine a Gabriele D’Annunzio, che con il suo raid aereo nel 1918 aveva “bombardato” Trieste di volantini, con effetti psicologici ben più devastanti di poche vere bombe.
La fine della guerra aveva portato grandi cambiamenti in campo artistico e pittorico: Boccioni e Sant’Elia erano morti, Soffici, Carrà, Severini invece erano già rivolti vero altre forme espressive. Marinetti si ritrovò a dover stringere i ranghi del futurismo, alla ricerca di nuove spinte creative.
E qui, negli anni immediatamente successivi alla guerra, avvenne la seconda intuizione futurista, che diede inizio ad una nuova stagione artistica, destinata a durare un ventennio: il volo, primo fra tutti quello di D’Annunzio su Vienna, venne identificato come il simbolo del taglio con il passato. Lo “slancio verso il futuro” prendeva ora una velocità “aeroplanica”, inizialmente e liberamente ispirata alle numerose ed impressionanti imprese aeree che venivano compiute in quegli anni, e che contribuivano a creare contemporaneamente un folto pubblico pronto a recepire il messaggio artistico veicolato dall’aeropittura.
Sono infatti tutti italiani, gli aviatori che negli anni Venti battono ogni possibile record mondiale di volo, da quello di velocità a quello di distanza, diffondendo e rafforzando nel mondo intero una nuova immagine dell’Italia, che appare ora come uno Stato potente e moderno. De Pinedo, Ferrarin, Balbo, mietono record su record, e gli occhi del mondo sono su di loro, e, di conseguenza, sull’Italia. Parallelamente, gli artisti della seconda generazione di futuristi, i vari Dottori, Crali, Tato, D’Anna, Ambrosi e tanti altri, abbracciano l’epica del volo, visto come il vero cuore pulsante e “motore” del Secondo Futurismo e conseguentemente maturano i canoni di una nuova estetica che si allontana sempre di più dalla rappresentazione “tradizionale” per sperimentare nuove prospettive, colte spesso salendo su un aereo per “liberarsi dalla Terra” definitivamente.
Questi stessi artisti, nel corso degli anni ’30, dopo la pubblicazione del Manifesto dell’Aeropittura Futurista, metteranno a punto diverse accezioni e varianti di questa “estetica del volo”.

“Affianca, incoraggia ed aiuta questi giovani artisti attratti dal fascino del volo il pioniere dell’aviazione italiana Gianni Caproni…che comprende immediatamente che solo il Futurismo, in virtù del suo DNA, può entrare in sintonia e “sentire” il battito e lo spirito di un motore aereo, di una cabrata, di un’impennata, di una vite. Tutta l’altra pittura, al confronto è didascalica, narrativa, se non fotografica. E questo perché solo il Futurismo ha compreso, fra le tante, che la possibilità di un “nuovo punto di vista” che non fosse quello terreno, è anche la possibilità non solo di un nuovo “senso della visione”, ma anche di un “nuovo stato di pensiero”. Dunque è un clima nuovo quello che percepiscono i futuristi che, per poter poi dipingere gli “stati d’animo del volo”, quegli stati d’animo li devono provare sulla loro pelle. E sia la sensazione psicologica che “filtra” poi nella loro pittura, quella sensazione che è propriamente la “percezione psico-fisica del distacco dalle contingenze terrene”, sia la nuova angolazione visiva della terra, dall’alto ed in movimento, sono due connotazioni specifiche della pittura futurista di quegli anni che conferiscono alle loro opere quel pathos che manca invece alla pittura di genere...”. (Maurizio Scudiero)

Non più soltanto dunque paesaggi visti semplicemente dall’alto, o raffigurazioni di aeroplani (il “verismo sintetico-documentario visto dall’alto”) ma piuttosto una elaborato ribaltamento dei piani prospettici, con la loro letterale frantumazione, ed un sovvertimento delle dimensioni pittoriche abituali che vede attuato il tentativo di raffigurare il “tempo” oltre che lo “spazio”. Fino al progressivo abbandono della realtà, tendente ad una astrazione volta alla ricerca di una nuova dimensione, “essenziale, mistica, ascensionale e simbolica”. Una dimensione dunque non più terrena e nemmeno aerea, ma “cosmica”.
Lo sguardo del pittore oltrepassa l’orizzonte “terrestre e terreno” per andare a cogliere e raffigurare un soggetto non più “fisico” ma “spirituale”, in quella che il Manifesto dell’Aeropittura definisce “una nuova spiritualità plastica extraterrestre”. A questo proposito, Prampolini parlerà di “idealismo cosmico”, e Fillia, nel tentativo di superare la dimensione terrestre, realizzerà autentici paesaggi cosmici definendone alcuni con il titolo emblematico di “Concetto spaziale”, anticipando così la ricerca di nuove prospettive e di nuovi mondi aldilà della tela, portata avanti, anni e anni dopo, da un altro grande del ‘900.

Umberto Brusasca








TULLIO CRALI
Evoluzioni Aeree Ascensionali, 1930







TULLIO CRALI
Ali Tricolore, 1930







TULLIO CRALI
Aquile sull'Olimpo, 1943







TATO
Rovesciata







FILLIA
Il Pilota D'acciaio, 1935







UMBERTO DI LAZZARO
Crociera Aerea Del Decennale







UMBERTO DI LAZZARO
Coppa Schneider







TULLIO CRALI
In Volo Sulla Città III, 1936







AMBROSI
Effetti Di Una Virata







GIULIO D'ANNA
Aerei Caproni, 1930







CESARE ANDREONI
Gli Atlantici








Ali d'Italia







DI LAZZARO
New York







GIULIO D'ANNA
Dinamismo di un Aereo in navigazione






Info Mostra
ALI D'ITALIA
Eroi dell’aria e Aeropittura Futurista


Via Brescia, 129 25018 Montichiari (BS)
Tel:+39 030 961148
https://www.rassegnaantiquaria.it/

Quando:
dal 25 novembre al 3 dicembre 2023
festivi h10 - 19
feriali h 15 – 19
Per ulteriori informazioni:
Galleria Matteotti Torino
+39 335 5298305
umbertobrusasca@yahoo.it